L'Eco di Basilicata

Me la sono ammirata e goduta tutta d’un fiato, per una ventina di minuti, durante l’ultima “salita” nella “mia” Milano. Una splendida giornata di sole dicembrino già faceva pregustare lo spettacolo che i passeggeri avrebbero goduto dal livello del mare sino ai canonici 10.000 metri d’altezza, con quell’orizzonte sferico e l’aria perfettamente rarefatta. Il Tirreno sotto i nostri piedi, lo Jonio a destra -separato dalle cime silane e del Pollino già ampiamente innevate- la Sicilia con l’imponente cono vulcanico etneo e le isole eoliane a sinistra.

Capita anche questo nella civile Calabria contemporanea. Lo scorso 28 novembre ho partecipato ad una riunione organizzata dalla Giunta Comunale di Praia a Mare, cittadina alto-tirrenica nella quale vivo: l’Amministrazione incontrava i cittadini per relazionare sulle ultime attività svolte e sulle problematiche riguardanti la comunità. Una bella e democratica iniziativa, non c’è che dire, improntata alla massima trasparenza politico-amministrativa. Dopo la relazione del Sindaco, che ha chiarito molti aspetti della recente vita amministrativa ed alcune legittime richieste degli intervenuti circa la volontà popolare di essere più precisamente informati sulle attività politiche, la serata ha preso una svolta che, man mano si susseguivano gli interventi, mi lasciava sempre più stupito, interdetto, angosciato.

C’è da rabbrividire! Nel 1994, Luigi Michele Perri, un coraggioso giornalista cosentino, pubblicò un libro destinato ad aprire una breccia nel malaffare che da tempo imperversava lungo il Tirreno cosentino, ovvero quella lunga e stretta striscia di costa che da Tortora si spinge sino ai confini con la provincia di Catanzaro.

15 ottobre 2006: due anni fa, dalle pagine di questo quindicinale, espressi la mia incondizionata posizione in favore di un coraggioso scrittore campano. Lo avevo appena conosciuto personalmente, per aver coordinato la presentazione di quel suo “Gomorra”, destinato a divenire croce e delizia della sua vita. Era accaduto la sera del 21 agosto precedente: introducendolo al pubblico di “Alta Marea” -la rassegna culturale che si tiene a Maratea dal 1997- mi ero imbattuto in questo giovanissimo scrittore “on the road”. Il libro era appena uscito e sembrava destinato ad essere letto, consumato e dimenticato nel giro di pochi mesi. Invece, quelle pagine grondanti di sangue, euro, dollari, cocaina, prostituzione e traffico di armi, sarebbe divenuto uno dei casi editoriali più importanti della storia del giornalismo civico.

Anche questo articolo, come molti di quelli redatti quest’anno, parte da un’amara constatazione per approdare ad una dura critica. Non me ne vogliano i lettori, ma il compito dell’informazione è anche quello di contribuire a formare l’opinione pubblica del proprio territorio. Perciò, torno su un tema a me caro che, divenuto in negativo il cavallo di una sterile battaglia di posizione, merita tutta la mia disapprovazione e condanna più netta. Come ormai spero molti sapranno, sono l’ideatore, l’organizzatore ed il conduttore di “Praia, a mare con…”, rassegna culturale che nel giro di due stagioni estive si è ritagliata, non senza difficoltà, uno spazio tra i grandi appuntamenti culturali estivi.

“La famiglia di Richard Wright, fondatore dei Pink Floyd, annuncia con grande tristezza che Rick è morto oggi dopo una veloce battaglia contro il cancro: chiediamo che venga rispettata la nostra privacy in un momento così difficile”. Alle ore 20.00 dello scorso 15 settembre, le agenzie di tutti i continenti battevano questo scarno comunicato, perfettamente in linea con lo stile sobrio e riservato che questo “giovane” musicista aveva conservato per tutti i 44 anni di carriera nella più grande rock-band del mondo.

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