Fondazione Antonio Guarasci

“(…) La Calabria sarebbe potuta diventare il paese di un turismo nuovo, colto, civile, un luogo di recupero spirituale per tutta la gente estenuata dalle nevrosi, dalle intossicazioni, dagli arrampicamenti, dal consumismo e industrializzazione, che ormai fanno malata più di mezza Europa. Invece i calabresi, appena tirata fuori la testa dalla miseria, si sono messi a distruggere il proprio passato -anche gli alberi, le case, il paesaggio- con un accanimento che l’avidità, l’ignoranza e l’ansia di portarsi al più presto all’altezza di Jesolo e di Busto Arsizio, non bastano da sole a spiegare. Bisogna cercare nell’inconscio (…)”.

Se siamo consapevoli del fatto che la comunicazione rappresenti, oggi, il campo su cui si giocherà una partita fondamentale per le sorti della libertà complessivamente data, dobbiamo parallelamente essere consapevoli di come “qualsiasi progresso della libertà e della responsabilità in questo campo strategico non sarebbe attualmente immaginabile prescindendo da un’opzione preliminare, che porta all’affermazione di un postulato: quello che l’informazione e la comunicazione non sono assimilabili -in virtù della loro stessa natura intrinseca di beni sociali- ad una merce qualsiasi, né ad una funzione meramente privata, ma piuttosto ad un pubblico mandato, ad un <<offentliche Aufgaube>>”.(1

Nell’affrontare quest’analisi della comunicazione, ho indicato un comune denominatore rappresentato dalla costante tutela del soggetto principale cioè la persona che è investita dal continuo fascio di notizie: informare significa, allora, non solo aggiornare continuamente i destinatari del complesso di avvenimenti che si verificano ai quattro angoli del globo come sotto l’uscio di casa propria, ma soprattutto tutelare i destinatari da ogni possibile distorsione.

Proseguendo nell’analisi del concetto di informazione, non possiamo non analizzare il binomio “informazione-potere politico” che mai come negli ultimi lustri sta facendo registrare tutto il proprio peso nell’attenta opinione pubblica: parliamo, senza mezzi termini, di potere della comunicazione, ovvero del risultato di una vicenda figlia del nostro tempo, allorquando noi tutti siamo diventati consapevoli del fatto che comunicare ed informare significhi, comunque, esercitare un potere sottile ed al tempo stesso insostituibile.

Il regime politico su cui la democrazia si fonda è stato fortemente sviluppato dall’espressione del pensiero nelle sue varie manifestazioni: dalla primordiale libertà di stampa alle varie tecniche comunicative che si esprimono attraverso mass-media sempre più sofisticati e globali.

L’analisi delle ampie problematiche legate all’informazione porta inevitabilmente ad una sfida che, nata nel presente, è ormai inesorabilmente proiettata verso un futuro che molti vedono già realtà. L’oggi e il domani sembrano aver perso i rispettivi caratteri cronologici e sfidano l’uomo alla conquista di nuovi spazi di conoscenza, perchè informazione e comunicazione servono anche a conquistare questi nuovi spazi lasciati spesso nell’anarchia assoluta e che invece occorre limitare, normare, definire.

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