2002

A vederla adagiata com’è, in posizione tranquilla, a circa 600 m. s.l.m. alle pendici del Monte Ciagola (m. 1462), Aieta non può non far balzare alla mente quanta parte di storia risuoni tra i suoi vicoli, nelle sue piazzette, nei suoi boschi. “Aieta, comune della provincia di Cosenza, da cui dista oggi per via rotabile 120 Km., è un paese interno, ma dista dal mare in linea d’aria solo qualche chilometro e perciò non è visibile dal mare perché i suoi fondatori nell’alto medioevo, vollero sottrarre l’abitato alla vista e alle piraterie soprattutto saracene”. Iniziava così uno degli ultimi scritti pubblicati sull’abitato di Aieta, opera del compianto prof. Giuseppe Guida, “Aieta, pagine della sua storia civile e religiosa”, dato alle stampe nell’estate del 1991, e destinato a divenire la più accurata raccolta sulla storia del piccolo ma fondamentale centro calabrese. Una cartina geografica ne inquadra correttamente la posizione: appare come il secondo Comune della Calabria partendo da nord-ovest (il primo è Tortora, da cui dista appena due chilometri in linea d’aria), in pratica la porta più antropizzata del Parco Nazionale del Pollino.

L’estate appena trascorsa, tra gli immancabili incendi, anche se in diminuzione rispetto agli anni passati, e le consuete diatribe tra i fruitori dell’ambiente calabro, ha evidenziato le ennesime crepe che da anni, anche dalle pagine della nostra rivista, andiamo denunciando circa la poca incisiva tutela e valorizzazione che si attua nella penisola calabrese. Eppure le aree protette presenti nella nostra Regione colpiscono non certo per la loro oscurità o per la loro ridotta visibilità, quanto per l’imponente luminosità, tipica di una regione mediterranea: proprio la luminosità infatti -intesa come connotato geo-fisico- è uno degli elementi che più colpiscono chi si avvicini per la prima volta all’ambiente della Calabria, regione mediterranea per eccellenza, ma caratterizzata da tratti che ne completano un quadro disegnato a tinte complesse.

In realtà sono due i Castelluccio, quello Inferiore e quello Superiore, che dominano la valle del Mercure, l’ampia conca che fa da anfiteatro all’imponente catena del Pollino: nonos tante ci si trovi nelle immediate vicinanze della “nostra” montagna, il territorio dei due comuni ricade convenzionalmente in quello della Comunità Montana del Lagonegrese, con sede a Lauria. Siamo, infatti, all’estrema propaggine nord -occidentale di un te rritorio vario per le sue peculiarità: dalla costa di Maratea alla prima barriera montuosa del gruppo Sirino -Papa con i comuni di Trecchina, Lauria, Nemoli, Rivello, Lagonegro, per risalire a Castelsaraceno, Latronico ed Episcopia dominati dall’imponente bastionata del Monte Alpi, per chiudere più a sud con i territori di Castelluccio e Rotonda, sede amministrativa dell’ente parco: dunque, una sovrapposizione di territori che contribuiscono a fare dell’area un autentico gioiello in termini di bellezze natur ali e paesaggi da scoprire, a cavallo tra Calabria, Basilicata e Campania.

Torna su