2016

Sono di parte, inutile nasconderlo. Devo molto, ad “Apollinea” in termini umani, culturali, professionali…  Un’avventura che ormai ha superato i ventitre anni e che ha date ben precise, sin dalla “preliminare” collaborazione alle pagine di una rivista cui mi imbattei, per caso, nella primavera del 1993 e che subito attirò la mia attenzione di ventenne calabro-lucano. “Pollino. Il mensile del Parco” fece subito breccia nella mia innata voglia di conoscere la storia, la cultura, le tradizioni delle sommità poste esattamente al confine del mio territorio d’elezione: contattai la redazione, conobbi Angelo Filomia, scrissi di Aieta, dei Monti d’Orsomarso, del Sirino e dell’Alpi di Latronico, luoghi a me sin troppo familiari. Chiusa repentinamente quell’esperienza, intanto, con il numero 1 del gennaio/febbraio 1997 -nell’editoriale di apertura si parlava di un “sogno avveratosi”…- , la prospettiva ritornò rosea, perché l’expertise di un colto editore che dalla fine del 1969 contribuiva a far conoscere il paesaggio della Calabria ben al di là dei suoi confini geografici, si impose robusta e solida!  

Memorie del passato. Lo cito sempre e non poteva mancare questa volta! C’è stato un editore milanese che ha amato la Calabria come pochi. E’ scomparso nell’ottobre 1999: era stato critico d’arte, giornalista, scrittore, figlio di quel Giovanni Scheiwiller originario della Svizzera tedesca che fu per decenni il direttore della libreria Hoepli. Aveva fondato, nel 1977, la “Libri Scheiwiller”, una sigla editoriale nata grazie ad un felice sodalizio con il mecenatismo bancario teso alla valorizzazione dell’intero paesaggio  italiano. Cosa aveva legato, dunque, Vanni Scheiwiller (1934-1999), il “poeta-editore” milanese, alla nostra Calabria? Proprio la numerosa attività pubblicistica che, per conto della “Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania”, permise di fare luce, con il supporto di poeti e letterati, accompagnati da affascinanti fotografie, sull’immenso patrimonio paesaggistico-culturale della penisola calabrese. Dirompente nel panorama editoriale nazionale: figuriamoci in Calabria quando pubblica, nel 1990, le rabbiose pagine che un veneto doc, in un estremo gesto d’amore, aveva dedicato ad uno degli scenari più affascinanti del mondo: di Giuseppe Berto -che si era addirittura trasferito dal suo Veneto a Capo Vaticano- aveva valorizzato un opuscolo -“Intorno alla Calabria”- commosso ed indignato:

Egidio Lorito analizza società, cultura e comunicazione nell’Italia contemporanea alla luce delle grandi teorie comunicative

Praia a Mare. E’ da pochi giorni disponibile l’ultimo saggio di Egidio Lorito avvocato e pubblicista di Praia a Mare -tra l’altro è un attivo collaboratore di Apollinea…- con studi universitari anche in politica e sociologia. Il testo, “La comunicazione mediatica tra egemonia culturale ed egemonia sottoculturale. Società, cultura e comunicazione nell’Italia contemporanea ” (Ristampa Edizioni, Cittaducale (Ri), pp. 245, € 13.00), mira a ricostruire uno degli argomenti di maggior fascino nell’ambito della sociologia della cultura e della comunicazione, ovvero quella lunga riflessione che parte dalle analisi gramsciane e giunge sino alla società italiana contemporanea, tra berlusconismo e renzismo.

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