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Ecco l’ incipit che apre la corposa pubblicazione che Mario Caligiuri ha dedicato allo stato della comunicazione pubblica in Italia. Associato di Teoria e Tecniche della Comunicazione Pubblica all’Università della Calabria, l’autore -per una ventina d’anni Sindaco di Soveria Mannelli, piccolo centro della pre-Sila catanzarese, il Comune più informatizzato d’Italia- coniugando esperienze dirette nel settore politico e ricerche teoriche, affronta in maniera completa e sistematica il tema della comunicazione pubblica, analizzata sempre in rapporto con i processi formativi della democrazia. Tre le parti del testo che si dipanano lungo 360 pagine: in “Democrazia e Comunicazione”, Caligiuri tenta di definire la comunicazione pubblica, sostenendo che “per come si è sviluppato lo Stato unitario nel nostro Paese, la comunicazione istituzionale ha rappresentato spesso la cartina al tornasole dell’inadeguatezza del sistema pubblico nazionale: oggi l’esigenza di comunicare è diventata per lo Stato un’autentica emergenza sociale”. Insomma, ritardi a parte, è pressante in Italia la richiesta -formale e giuridica- di comunicazione istituzionale, sociale e politica, tutto affinché la stessa comunicazione pubblica sia al servizio del cittadino, fruitore finale del sistema.

Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1999, pp. 204

Università degli Studi di Salerno Collana del Dipartimento di Teoria e Storia del Diritto-Sezione di Diritto Civile e Diritto civile comunitario

“Se dal punto di vista sociologico l’informazione è elemento costitutivo di ogni società che si presume fondata sul consapevole consenso dei cittadini, nella prospettiva delle scienze giuridiche la qualificazione della sua natura oscilla da tempo tra una concezione individualista -coerente alla sua identificazione con la libertà di manifestazione del pensiero- ed una che ne privilegia la funzione sociale, il contributo allo sviluppo democratico dello Stato (…)” (quarta di copertina).E’ quanto sostiene Loris Lonardo, professore ordinario di Diritto Civile presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Salerno -già docente (1975-2001) ed anche prodirettore della Scuola di specializzazione in Diritto Civile dell’Università di Camerino, brillante allievo di Pietro Perlingieri.

Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (CZ) 2002, € 6,50

Le esperienze di Adn Kronos, Ansa, Bbc, Cbs, Corriere della Sera, The Economist, International Herald Tribune, Mediaset, Rainews24, RadioRai 

“Sempre più gli anni che stiamo vivendo vengono etichettati come <>: c’è da chiedersi se <> -come ha sostenuto il premio Nobel per l’economia Lester Thurow- non sia forse più una parola che un fatto reale, ben definibile nelle sue caratteristiche e nella sua complessità. Un fatto, comunque, indubbiamente problematico, a giudicare soprattutto dalle continue contestazioni e polemiche che esso suscita, per motivazioni ideologiche disparate e contraddittorie”. Il tema dell’informazione nell’era della globalizzazione è stato meticolosamente affrontato da Giuseppe Jacobini: caporedattore Rai -all’interno dell’azienda televisiva di Stato è stato autore e conduttore di seguiti programmi televisivi di economia come, Money Line ed Affari di famiglia su Rai Tre e Pianetà Economia su Rainews24- e docente di Teorie e tecniche del linguaggio radiotelevisivo nel corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’ateneo salernitano, il curatore del saggio collettaneo parte proprio dal più acclarato dato di fatto: ovvero di come la modificazione del mondo dei media sia opera anche della trasformazione dei linguaggi e delle strutture cognitive del sapere.

Valori e principi costituzionali, Giuffè, Milano 2001, pp.431

Nel vasto panorama delle pubblicazioni dedicate all’informazione televisiva, si segnala l’ultima fatica di Armando Lamberti, professore associato di Istituzioni di Diritto Pubblico nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Salerno: l’autore, ben consapevole di come l’era della comunicazione globale sia profondamente segnata dalle innovazioni tecnologiche, si fa portavoce dell’esigenza di una riaffermazione e valorizzazione dell’etica per fronteggiare le sfide della comunicazione, dell’informazione e delle relative tecnologie. L’analisi di Lamberti passa essenzialmente dalla constatazione che le nostre società sono fondate sul mercato e sullo stesso consenso che si riesce ad ottenere vivendo ed operando in queste condizioni concorrenziali: da quest’ottica gli stessi valori della competizione risultano preponderanti e l’efficacia di un messaggio o di un programma viene valutata in base alla sua concreta possibilità di essere recepito.

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