Capita anche questo nella civile Calabria contemporanea. Lo scorso 28 novembre ho partecipato ad una riunione organizzata dalla Giunta Comunale di Praia a Mare, cittadina alto-tirrenica nella quale vivo: l’Amministrazione incontrava i cittadini per relazionare sulle ultime attività svolte e sulle problematiche riguardanti la comunità. Una bella e democratica iniziativa, non c’è che dire, improntata alla massima trasparenza politico-amministrativa. Dopo la relazione del Sindaco, che ha chiarito molti aspetti della recente vita amministrativa ed alcune legittime richieste degli intervenuti circa la volontà popolare di essere più precisamente informati sulle attività politiche, la serata ha preso una svolta che, man mano si susseguivano gli interventi, mi lasciava sempre più stupito, interdetto, angosciato.

Per farla breve, quella che doveva essere una chiacchierata tra sostenitori di una coalizione, si è trasformata in una vera e propria “caccia alle streghe”. E si, perché tra gli intervenuti si notava la presenza di ben “sei” intellettuali di chiara fama mondiale, tutti prestigiosi docenti di cultura, editoria, letteratura e giornalismo contemporaneo che, dall’alto della loro scienza iniziavano -con un crescendo da far invidia alla miglior composizione operistica- ad additare il sottoscritto senza alcun ritegno. La mia colpa? Aver contribuito ad incrementare l’offerta turistico-culturale della nostra cittadina con due edizioni dell’ormai ben nota rassegna “Praia, a mare con…”, capace di far uscire Praia da un isolamento culturale trentennale. Non ho parole: ancor oggi, se ripenso a quelle frasi e ricordo gli occhi spiritati di chi si rivolgeva contro di me, rimango letteralmente sbalordito, sconvolto, nauseato. Ho abbandonato quell’alto consesso culturale con una rabbia mai provata qui a Praia, neanche se a tendermi quell’imboscata fossero stati esponenti dell’attuale opposizione. E cosa mi sarebbe successo? Mi avrebbero impalato? Questa è la realtà dei nostri Comuni, della Calabria, del Sud, forse dell’Italia intera: quando un giovane si impegna a fondo per portare idee nuove, progetti di grande respiro, programmi culturali di grande impatto, state sicuri -cari lettori- che prima o poi gliela faranno pagare. Ho provato letteralmente vergogna nell’avere come miei concittadini sei teste calde di quella risma, pronte a sparare fuoco dalle loro sporche bocche, attivate da cervelli vuoti, anzi pieni zeppi di residui biologici umani. Non si è arrivati alla rissa solo perché ho abbandonato quel luogo carico di veleno, di odio, di rancore sopito per ben due anni di mio intenso lavoro professionale del tutto gratuito. Vergognatevi, buoni a nulla!
Eco di Basilicata. Anno VII° n. 21/2008 15-12-2008
Egidio Lorito www.egidioloritocommunications.com

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