Apollinea - Castrovillari (CS)

Gian Pietro Calabrò

Dedico queste riflessioni alla cara memoria di Fabio Limongi (1972-2021), guida-escursionista, maestro di sci, instancabile cuore lucano, le cui “tracce” rimarranno indelebili sulle nostre montagne…

Mi legava a Fabio una bell’amicizia. Certo, meno quotidiana di quella che condivideva con molti suoi concittadini, in quel di Lauria, ma -sicuramente- oltremodo entusiasta nel nome della nostra passione comune. Per lui, la montagna, era diventata, nel tempo, un impegno, una professione, un modus vivendi coltivato giorno dopo giorno: maestro di sci, guida escursionista, membro del Soccorso alpino e speleologico di Basilicata, Fabio aveva contribuito a contagiare un’intera generazione che, oggi, guarda a lui con affetto, con rimpianto. Con dolore…            
Non è facile accettare la perdita di una vita nel fiore degli anni, soprattutto quando questi stessi anni venivano spesi, anno dopo anno, non solo per coltivare una passione personale, quanto -soprattutto- per coinvolgere le forze attive del proprio territorio, dalla politica all’associazionismo, in un progetto ampio e diffuso di tutela e valorizzazione.

Gian Pietro Calabrò

Può la terminologia musicale essere utilizzata per affrontare tematiche “altre” rispetto al proprio fisiologico campo d’azione? Pare di sì e ad esserci riuscito è stato un filosofo del diritto che ha organizzato il suo ultimo saggio seguendo canoni e schemi tipici della cultura musicale tradizionale. “Per rapsodia, secondo il linguaggio musicale, si intende una composizione nella quale più temi vengono svolti in forma libera, a volte per esaltare un particolare virtuosismo strumentale. Con questa chiave di lettura si snodano i temi che formano l’ossatura di questo breve saggio, i cui argomenti sono stati scelti in modo libero e trattati alla maniera rapsodica, come se una mano invisibile mi avesse condotto verso gli scaffali per riaprire pagine tante volte lette e rilette”.

Scavalcato il confine calabro-lucano, il naturale sbocco sul mar Tirreno dell’estrema propaggine nord-occidentale del territorio del Parco Nazionale del Pollino trova la sua sintesi in un paesaggio dominato dall’imprescindibile binomio mare-monti, uno dei più complessi ed articolati eco-sistemi della penisola calabrese. “Un tratto di costa varia ed attraente per il clima, per la lunga, larga e morbida spiaggia, per l’incantevole scogliera di Fiuzzi ove si erge ancora su uno scoglio -solida e maestosa- la cinquecentesca torre di difesa costiera, per l’affascinante e misteriosa isola di Dino accovacciata come un mastodontico cetaceo con la testa rivolta alla costa in un mare ceruleo, bluastro e verdastro (…)”.

“La storia giudiziaria di Giuseppe Caterini, sindaco del comune calabrese di Laino Borgo e geometra di professione -ma anche giornalista, poeta e cultore di tradizioni locali- pur riguardando una modesta vicenda accaduta in un piccolo ambiente di provincia, esibisce una significatività ed emblematicità che ben trascendono il caso individuale: il processo penale instaurato a carico di Caterini, con una imputazione di concussione alquanto fragile nei presupposti giuridici, infatti esemplifica un’esperienza psicologica di tipo kafkiano suscettibile di essere vissuta e patita da ogni imputato che avverta come incomprensibile e ingiusto l’addebito criminoso ricevuto”.  

Dal direttore editoriale de “L’ALTRAVOCE dell’Italia -Quotidiano del Sud”, una serrata e spietata analisi contro i tanti luoghi comuni che vedono il Sud, da sempre, vivere alle spalle del ricco e produttivo Nord

Ho conosciuto Roberto Napoletano nell’estate del 2018, il 30 luglio per l’esattezza. Quella sera sarebbe intervenuto a Praia a Mare nell’ambito della XII edizione della rassegna d’autore “Praia, a mare con…” che organizzo, dal 2007, nella nota località turistica dell’alto Tirreno cosentino, location che ha dato il benvenuto a ben 160 firme del panorama culturale nazionale. Quel suo ultimo saggio, “Il Cigno nero e il Cavaliere bianco. Diario italiano della grande Crisi” (La Nave di Teseo, 2017), nelle oltre 500 pagine, avrebbe raccontato gli anni della grande crisi economica che aveva colpito al cuore l’Italia e l’Europa, anni che Napoletano stesso aveva vissuto in prima linea -praticamente in presa diretta- da direttore prima de “Il Messaggero”, tra il 2006 ed il 2011 e, soprattutto, de “Il Sole24Ore”, dal 2011 al 2017.

Torna su