Attività Giornalistica

Anno IX - n°28-29

Dedico queste riflessioni
alla cara memoria di Rolando “Rolly” Marchi (1921-2013),
scrittore, giornalista, “papà” del Trofeo Topolino, “cuore trentino”,  
la cui “Buona Neve” continua a posarsi sulle mie montagne…   

Ne sono intimamente convinto: tutti coloro che amano la montagna o il mare nutrono il sogno nascosto di imbattersi, prima o poi, nei magici abitatori che popolerebbero i luoghi più reconditi di boschi e foreste o quelli più profondi degli abissi marini. E’ una certezza che si è rafforzata in me leggendo le storie, i racconti o le semplici impressioni di chi, di “montagna” o di “mare”, ha scritto per passione o per professione, andando alla continua ricerca del sentiero più sconosciuto come della rotta più esaltante, per conoscere un altro tipo di via: quella interiore, spirituale, intima, privata, che possiamo conoscere appieno grazie a “quel viaggio di scoperta eternamente in fieri, quella lunga avventura per valli, crinali, gole, foreste, pareti di roccia, grotte, (che) non hanno soltanto una dimensione geografica, ma anche un orizzonte  interiore” (1 .

Sommario: 1. L’informazione e la ricerca dell’etica –  2. la nascita dell’etica comunicativa  .  

1. Le riflessioni che seguono hanno come comun denominatore la costante tutela del soggetto principale della comunicazione e dell’informazione, cioè la persona che è investita dal continuo fascio di notizie: in questo senso, informare significa non solo aggiornare continuamente i destinatari del complesso di avvenimenti che si verificano ai quattro angoli del globo come sotto l’uscio di casa propria, ma soprattutto tutelare i destinatari da ogni possibile distorsione.

IL LIBRO. Con questo romanzo lo scrittore veneto riuscì ad imporre all’opinione pubblica italiana il paesaggio fisico ed interiore della terra di Calabria

Nel 1951, all’indomani del suo ritorno dal campo di prigionia di Hereford, in Texas, Giuseppe Berto diede alle stampe un romanzo pronto a sorprendere critica e pubblico dello scrittore di Mogliano Veneto: all’apice della fase neorealistica della sua produzione, un veneto iniziava ad interessarsi di una terra lontana per collocazione geografica e sentire culturale, suscitando anche un certo disagio tra molti intellettuali suoi contemporanei, dai quali non solo non fu mai amato, ma addirittura perseguitato ed osteggiato: forse anche ghettizzato.

RILETTURE. Vanni Scheiwiller, intellettuale e divulgatore. Al pari di Berto e Piovene.

C’è stato un editore milanese che ha amato la Calabria come pochi. E’ scomparso nell’ottobre 1999: era stato critico d’arte, giornalista, scrittore, figlio di quel Giovanni Scheiwiller originario della Svizzera tedesca che fu per decenni il direttore della libreria Hoepli e fondatore, nel 1925, dell’omonima casa editrice ben presto impostasi come una delle più autorevoli nel panorama nazionale per l’elevata qualità delle sue pubblicazioni d’arte e letteratura; lo stesso nonno paterno, Giovanni Scheiwiller, era stato a sua volta uno dei primi collaboratori del grande Ulrico Hoepli.

L’analisi del calabrese Aldo Maria Morace, ordinario a Sassari e presidente della Fondazione

Qualche anno orsono, nell’ottica di una valorizzazione delle culture regionali per come teorizzato da un grande studioso di localismi come Carlo Dionisotti, videro la stampa venticinque volumi con le più significative pagine della narrativa calabrese: venticinque grandi autori del tessuto vivo della nostra cultura venivano ripresentati al grande pubblico per riorganizzare le fila di un discorso mai sopito sulla genesi e l’importanza della tradizione regionale nella culturale nazionale.

Torna su