Fanno da contorno con la loro maestosità al Pollino.

Se il massiccio del Pollino rappresenta, indubbiamente, il cuore, il baricentro del neonato parco nazionale, non possiamo dimenticare altri due «cardini orografici», che praticamente fanno da contomo con la loro maestosità e la loro poliedricità al Pollino stesso: mi riferisco al gruppo del Sirino-Papa (tra i comuni di Lagonegro e di Lauria) e al Monte Alpi di Latronico.

Con le sue due cime, M. Papa (m 2005) e M. Sirino (m 1907), il nostro «primo» massiccio rappresenta una particolare realtà orografica nel locale ambiente geografico: non solo per il fatto di essere - proprio dopo il Pollino - la cima più alta delFAppennino meridionale, ma anche, e soprattutto, perché tutto l'ecosistema locale è indissolubilmente ad esso legato. Vari fiumi nascono da esso arricchendo la sua ulteriore importanza di «nodo orografico»: il Calore che poi, come Tamagro, percorre con direzione sud-nord-ovest il Vallo di Diano;il Noce che dopo 45 km sfocia nella pianura alluvionale di Castrocucco di Maratea;il Sinni che, nato dal versante orientale, sarà poi destinato dopo quasi 100 km di marcia a sfociare con un ampio delta nel Mare Ionio.
E poi...i due laghi: Lago Remmo o Laudemio sul versante nord, ai piedi della conca scavata dalla morena di un antico ghiacciaio del quaternario, durante la glaciazione di Wurm, risalente ad oltre 100.000 anni fa (siamo a 1517 m s.l.m.). E" un incanto sia nei mesi estivi, quando le imponenti pareti e i fìtti boschi di faggio vi si specchiano come cartoline, sia nei mesi invernali, quando all'occhio estasiato si presenta come una distesa di ghiaccio e di neve, specchio riflettente.
E il Lago Sirino (m 788), ridente e caratteristico, sulla strada nazionale 19, una forma ellittica di 250 m di lunghezza e 9 di profondità. Po la flora (faggio, ontano, quercia, cerro), la fauna (lupo, volpe, lepre, rapaci) mostrano come questa montagna sia un vero museo vivente, legato in maniera indissolubile al «Monte di Apollo», da visitare in ogni angolo, sentiero, pietra, cima o pianoro che sia. Il fascino sublime, naturalmente, lo si può cogliere solo in cima quando, spaziando con lo sguardo si va a nord verso i Monti Albumi, le montagne di Potenza, il Monte Volturino;ad est si fronteggia la mole del M. Alpi, a sud est il Pollino e poi a sud-ovest i Monti d'Orsomarso e nelle giornate più limpide l'isola di Stromboli e poi, a chiudere, il Golfo di Policastro che appare come un braccio proteso nel!'infinito mare. E sarà soltanto recandovisi che si potranno cogliere quei legami spirituali ("è il respiro del cosmo", come afferma Giorgio Braschi) forse oggi, troppo spesso retaggio diantichi valori.
Il Monte Alpi di Latronico, «calcareo e dolomitico monte mesozoico», appare agli occhi di chi percorre la S.S. Sinnica (dallo svincolo autostradale Lauria Nord verso lo Ionio) come una imponente bastionata dalla forma piramidale, affascinante e inquietante al tempo stesso. La sua base (dal lato ovest) è circondata dall'esteso bosco c.d. Malboschetto con i suoi pini, faggi e castagni, testimoni di quello che forse tempo fa era un immenso polmone verde.
Le Sorgenti delle Fontanelle, la Fonte dei Gavitoni, il piano erboso di Pianafìorita e poi su P.zzo Falcone e S.ta Croce (1893 m s.l.m.) sono certamente il motivo di maggior richiamo paesistico di questa montagna che si discosta alquanto dalle tipiche montagne appenniniche. Ai piedi, nella località Bagni di Latronico, le acque solfureee della Calda destinata a diventare il nuovo polo turistico termale del meridione.
Pollino. Estate '93

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