A tu per tu con...

Quando questa rubrica ha iniziato a muovere i primi passi, settimanalmente sapevo già quali autori intervistare: giornalisti, scrittori, editori, politologi, esponenti del mondo della cultura ed anche dello spettacolo. Insomma, nella mia personale rubrica qualche nome noto al grande pubblico figurava già, frutto di una non trascurabile attività di pubbliche relazioni e del ruolo di moderatore e coordinatore in una prestigiosa rassegna culturale estiva che quella personale rubrica ha contribuito a far lievitare.

Man mano che le puntate di queste entusiasmanti chiacchierate in libertà sono andate aumentando, ho avuto -però- la necessità di rinfoltire quei numeri della rubrica, di allargare il giro dei contatti e delle relative interviste. Insomma, di preparare con largo anticipo il terreno su cui avrei lavorato settimana dopo settimana, anche perché non sempre è facile trovare tutti subito disponibili: occorre presentarsi, contattare, chiedere una certa disponibilità… E così quando Enzo D’Elia, un agente letterario -già in forza alla Mondadori- a me particolarmente caro, una di quelle persone -amico, prima ancora che professionista del settore, patron della “Delia Cultura”, cui continuamente chiedo lumi per attingere preziosi riferimenti utili, ora, anche a questa rubrica- giusto l’altro giorno mi fa contattare da un’autrice della Sperling&Kupfer Editori, capisco che il giro si è ormai allargato. Poco dopo mi arriva a casa una pubblicazione fresca di stampa, con dedica e tanto di invito a partecipare alla sua presentazione, cui interverranno Gennaro Malgieri, Luciano De Crescenzo e Paola Saluzzi, questi ultimi due da me personalmente più volte introdotti e coordinati nelle passate estati. Luogo dell’evento, uno degli esclusivi circoli canottieri di Roma, quello dell’Aniene, al numero 119 del Lungotevere dell’Acqua Acetosa, a Roma. Seguendo questo singolare sistema che ricorda molto il gioco delle scatole cinesi, sto allargando il giro dei contatti che poi settimanalmente trasferisco sulla pagina che ospita questa rubrica, per avvicinare i lettori del nostro quotidiano a scrittori che vivono molte centinaia di chilometri di distanza dal luogo di diffusione de “La Provincia Cosentina”. Così “A per tu con…” si sta facendo strada… Seguendo questo itinerario è giunto nelle mie mani “Il candore di un’anima” opera terza di Stefania Jade Trucchi, psicologa e psicoterapeuta romana, consulente del Tribunale Civile della capitale, autrice di questo romanzo (Sperling&Kupfer, 2006, € 15,00) che non può non risentire dell’intensa attività professionale dell’autrice, impegnata in corsi di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione, nella redazione di numerosi articoli di psicologia e psicologia del lavoro e più volte ospite in programmi televisivi nazionali. Stefania, una psicologa che si dà alla narrativa? “Effettivamente può sembrare strano, almeno per il sentire comune, ma già da una prima lettura di questo romanzo, il lettore potrà cogliere tutto l’intimo legame esistente tra la mia attività professionale e lo scorrere del racconto: l’esperienza dei protagonisti ed il mio punto di vista sembrano incrociarsi continuamente, creare l’ossatura della vicenda, fare da sfondo ad una bella narrazione umana e sentimentale. Uno spirito si risveglia in completa solitudine, lontano dal corpo che prima abitava: da quel momento inizia un percorso alla ricerca della sua appartenenza, desiderando una nuova rinascita; la sua voce racconta le vicende umane dei personaggi che incrociano la sua strada, vivendone l’interiorità. Protagonista tra i tanti, Angela, trent’anni, musicista separata che ricerca l’amore attraverso partner occasionali come il nobile romano Edoardo, che vive di rendita e le offre una relazione di solo sesso; una notte, Angela compone un brano per violino frutto del suo profondo disagio. Parallelamente Raffaele, pittore per vocazione ma bottegaio per necessità, si trova ad affrontare una difficile crisi creativa e sarà proprio la musica a costituire una svolta esistenziale per entrambi…” E’ innegabile, la tua vicenda professionale ti accompagna anche in questo romanzo… “Sono una psicologa-psicoterapeuta e da circa sedici anni dedico al mio lavoro grande passione e dedizione e nello scrivere “Il candore di un’anima” mi sarebbe stato del tutto impossibile astrarmi da questa che non è solo un’attività lavorativa, una professione, ma -soprattutto- una missione umana; ho collaborato con il Policlinico Gemelli di Roma per cinque anni, facendo parte di un gruppo di ricerca sui disturbi dell’alimentazione quali anoressia e bulimia ed ho continuato in seguito ad occuparmi di questi problemi organizzando numerosi corsi di prevenzione sui disturbi alimentari nelle scuole superiori. In particolare, lo scorso anno, insieme ad una collega nutrizionista con la quale avevo preparato un dettagliato progetto approvato da alcune di queste realtà educative, siamo state invitate dalla Rai a partecipare alla popolare e seguita trasmissione “Uno Mattina”, proprio per parlare della nostra esperienza e del nostro operato integrato nei casi clinici riscontrati nelle scuole. Come psicoterapeuta, inoltre, mi occupo di persone che soffrono di attacchi di panico e di stati di forte ansia generalizzata: per quattro anni sono stata ospite, come psicologa, della trasmissione di Telesalute Buongiorno Italia. Ho scritto alcuni articoli inerenti la Psicologia dell’Età dello Sviluppo nella rivista “Docete” ed altri di Psicologia del Lavoro nella rivista “Mondo Bancario Magazine”. Ho pubblicato due romanzi di discreto successo editoriale presso la Casa Editrice Sovera, rispettivamente dal titolo “Un Uomo di Vetro” e “Mosaico di Donna. Insomma, capisci che provenendo da un mondo professionale fortemente caratterizzato dal seguire vicende di sofferenza, di disagio, di dolore, anche il romanzo ne uscisse caratterizzato in tal senso. ” Impegno professionale ma interessi a trecentosessanta gradi! “Mi considero una persona molto eclettica e piena di interessi: ho lavorato, ad esempio, nel campo della danza per più di venti anni, ed al momento studio canto lirico; in più -anzi, a completamento …-sono sposata da 17 anni ed ho tre figli: come vedi, una vita molto intensa che ora si arricchisce di quet’ultimo scritto che presenterò a Roma tra qualche giorno, con la presenza di alcuni ospiti illustri ed anche… del tuo giornale che ha prestato gentilmente attenzione alle pagine pubblicate per la Sperling&Kupfer”. Il “Prologo” di questo romanzo introduce il lettore in un’atmosfera da sogno, praticamente metafisica: una guida in un mondo che non appartiene ai vivi e che Stefania Jade Trucchi invita a visitare: forse lei stessa fa da guida in questo candore… “Sono un’anima peregrina, il bianco è il mio colore, la trasparenza è la mia essenza. Senza voce né forza sono arrivata tra le persone per capire, per penetrare gli animi inconsapevoli e restituire loro verità: viaggio solitaria nel tempo e nello spazio. L’unica energia è la mia nuova identità che mi fa sentire viva e libera… Sussurro il mio disappunto, torcendomi intorno a me stessa, perché l’amore deve essere solo uno, senza distinzione e compromessi. Lancio lunghe disquisizioni al destino sul valore del più antico sentimento del mondo, ma ne esco perplessa perché messa di fronte all’evidenza del reale. Sono presa e trasportata tra i vicoli della banale esistenza e vedo attonita persone in fin di vita, una donna china nel rimpianto, un uomo stretto nella sua miseria, bambini persi nella solitudine, altri rifiutati, ragazze disilluse dalla violenza, giovani storditi dall’odio, vecchi alle prese con l’ultimo saluto. Devo rassegnarmi all’eclatante valenza superiore del dolore e della cattiveria che hanno il potere di spazzare via il dolce colore pastello dell’affetto e del bene. Mi vergogno del mio candore residuo e invece di ritenermi fortunata penso che forse non merito nemmeno di poter avere quella visione di assieme”. Stefania, non sbaglio se affermo che nel tuo romanzo è perfettamente descritto il percorso di un’anima? “E’ un libro particolare, in quanto descrive -come dicevi- il percorso di un’anima che si sveglia e racconta: non appartiene ad un essere vivente, ma è un “Io” narrativo che si ritrova in tutto il libro. Viaggerà nella vita delle persone, entrando nel loro cuore. Per capirne la verità si dovrà attendere l’ultima pagina. Il romanzo lascia il passo alla verità di ciascuno e ai bivi del cuore. Nel mio lavoro mi capita spesso di vedere persone che annullano il proprio aspetto corporeo o le proprie emozioni per difendersi dalla sofferenza, come ci sono anche persone che per non scomparire fanno sopravvivere solo la propria anima. Le pagine del mio libro nascono da un caso particolare nel quale mi sono imbattuta: la vicenda e la lotta di una persona, per cosi dire, sospesa tra la vita e la morte. Era come se chiedesse a me stessa quale fosse il passo successivo: sono destinata al dolore o posso vivere? Nel mio romanzo accade che uno spirito si risveglia lontano dal corpo nel quale prima abitava. Da quel momento inizia un viaggio alla ricerca di appartenenza e destino. La sua voce si intreccia alle vicende di uomini e donne in cammino nel tempo, tra strade di interiorità e le immancabili note di dolori e speranze a scandirne il viaggio. Di fronte allo sguardo dell’anima scorrono le vite di Angela ed Edoardo, ma anche di tanta altra gente seduta sul treno dell’esistenza. Protagonista tra i tanti è Angela, trent’anni, musicista, separata, che ricerca l’amore attraverso partners occasionali. Una notte Angela compone un brano per violino frutto del suo profondo disagio. Parallelamente Raffaele, pittore, si trova ad affrontare una crisi ideativa non riuscendo a trovare soluzioni creative. Sarà proprio la musica a rappresentare una svolta esistenziale per entrambi…”. Ma allora, se ho capito bene, il romanzo accompagna il destino di un’anima? “La presenza di questo spirito narratore permetterà al lettore di entrare in contatto con la propria interiorità, ritrovando sentimenti, paure, emozioni vissute solitamente nella realtà quotidiana, e suggerisce al lettore come affrontare la sofferenza per non subirla troppo profondamente, diventando in tal senso fondamentali i rapporti umani che ci trasmettono fiducia e carica vitale. Il Bianco, di cui si parla in tutto il libro, rappresenta una metafora di un colore che può rappresentare il vuoto e la desolazione umana ma ancor di più ci può ricordare che la nostra anima è l’unico elemento a renderci unici ed irripetibili. Ci sono persone che hanno un’anima ma a volte questa è amputata oppure malata. Altra gente, invece, ha smarrito il proprio spirito e vive nell’aridità. Ho voluto offrire una pennellata di varie umanità che si incrociano e di spiriti sui quali si imprimono vissuti”. E’ un romanzo breve, ma al tempo di una sbalorditiva profondità! “Esatto! E’ breve nel senso della non-lunghezza, ma allo stesso tempo è un condensato di una serie di riferimenti precisi e dettagliati. La mia estrazione di psicoterapeuta mi ha facilitato nel descrivere il profilo dei vari personaggi della vicenda, nonché nel rappresentare tutte le loro emozioni ed i loro sentimenti. Il messaggio rivolto a tutti i lettori è di vicinanza a chi ha avuto un dolore che scava dentro. Questa esperienza, sia pur traumatica, può essere importante perché ci fa ritrovare aprendoci a quell’amore che non è narcisismo ma attenzione all’altro, riconsiderando i valori che tirano i fili della nostra avventura di senso: un sentiero di speranza, dunque, sia pure nelle alghe di vite vissute in dolori che segnano lasciando cicatrici e domande senza risposte”. Confidamelo! È un romanzo d’amore? “E’ fondamentale tenere ben fermo il sentimento dell’amore nonostante il vento contrario, perché è proprio l’amore infatti che insieme all’amicizia sostiene la storia degli uomini. E’ il segreto dei cuori. Ma, per essere veri, deve esserci uno scambio di anime, non un gioco di specchi. L’amore e l’amicizia sono gli unici sentimenti in grado di dare un senso alla vita dando agli abitanti del tempo, la forza per superare tutti gli ostacoli”. Parlavi di bianco, il colore del tuo romanzo… “Il bianco dell’animo è ciò con cui veniamo al mondo per assorbire i riflessi dell’umana esistenza, è la voce della coscienza che si esercita ad emettere i primi suoni, è pur sempre un colore, per far sentire meno solo il piccolo corpo alle prese con i primi vagiti… Su questo ampio tappeto immacolato ho voluto viaggiare tra la gente e spiare i loro più intimi pensieri per riprendermi i giusti e meritati sentimenti che qualcuno, in passato, mi aveva rapito… Ora sono solo una donna, il mio corpo è il mi confine, il mio spirito è il mio orizzonte. L’amore è il mo colore” . E così anche “La Provincia Cosentina” si farà avvolgere dal bianco brillante da candore di un’anima che permea questo romanzo: sarà presente in riva al Tevere, nell’esclusivo circolo canottieri dell’Aniene: sarà al fianco di Luciano De Crescenzo, l’ingegnere-filosofo che da abile ed intelligente divulgatore ha reso la filosofia godibile ed apprezzabile a tutti: lui, che iniziò il suo percorso professionale proprio nel Golfo di Policastro… qualche decennio addietro; di Gennaro Malgieri, giornalista e scrittore, membro del Consiglio d’amministrazione della Rai; e di Paola Saluzzi, la simpatica e colta giornalista che -non solo per una parte delle sue origini familiari- conosce ed apprezza questa parte di Calabria da dove questa rubrica vede la luce settimanalmente. Bella soddisfazione, non c’è che dire…
La Provincia Cosentina - “A tu per tu con …” n. 6
Egidio Lorito, 18-11-2006

Torna su