"Brigitte era la ragazza del tempo nuovo, della strada nuova, della città nuova, la portabandiera della generazione in jeans e maglione che stava cambiando il volto del mondo occidentale”. Di questa ragazza esplosa in tutta la sua prorompente bellezza alla metà degli anni ’50 del secolo appena trascorso, Giampiero Mughini parla nel suo ultimo “E la donna creò l’uomo.Lettera d’amore a BB ( Mondadori, 2006), nel quale il giornalista-scrittore ritorna ad uno dei suoi temi più cari: quello della bellezza femminile, appunto.

E lo fa dedicando un centinaio di pagine a quel mito collettivo che avrebbe infiammato più di una generazione, per quel suo incedere voluttuoso sulla spiaggia di Saint-Tropez sino alle celebri battaglie animaliste, contro barbarie di ogni sorta che ancor’oggi insanguinano mezzo mondo. Sarà perché condivido con Giampiero Mughini, da oltre un decennio, una “fedele amicizia”, ma l’ennesimo scritto di quest’intellettuale tutto di un pezzo non poteva passare inosservato a questa rubrica che di amore e di amori parla, appunto. Trasuda amore da ogni pagina: amore per la bellezza, per la storia, per la libertà, per la fotografia, per il cinema, per la musica, per quella città -Parigi- divenuta il simbolo della ricerca di una liberta giovanile che avrebbe raggiunto l’acme nel maggio del 1968. “Bramavano tutti più libertà, più possibilità di espressione individuale, più sensualità, più velocità nell’andare e trovare ciò che reputavano irrinunciabile. Le ragazze e le loro gonne e il modo in cui i loro capelli scendevano lunghi non saranno mai più quelle di prima. Era nata l’era moderna e portava il marchio Bardot, l’era in cui sono venute tutte le rose e tutte le spine della nostra vita sentimentale ed affettiva”. Classe 1934, di famiglia borghese parigina, con rigida educazione all’antica, B.B. si era fatta notare appena quindicenne proprio per atteggiamenti e portamenti che si collocavano agli antipodi di quei rigidi principi sessuofobi cui era stata educata: pochi lo immaginavano, ma vent’anni dopo quel metro e 71 centimetri di bellezza traboccante avrebbe iniziato ad incendiare l’immaginario collettivo: “Et Dieu…crèa la femme, il film che portava la firma del ventottenne regista francese Roger Vadim narra la storia di Juliette, una voluttuosa ragazza che al modo di una gatta sensuale si aggira lungo i viottoli e le spiagge di Saint-Tropez a raccontare al mondo quant’è bella e provocante”. Uno dei più grandi intellettuali francesi, Edgar Morin, coniò il termine “brigidisme” : pochi lo immaginavano, ma era nata la ragazza del tempo nuovo, semplicemente in jeans e maglione.
Eco di Basilicata anno V° n. 10 -15 maggio ‘06
Egidio Lorito Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Torna su