Continuo a non capire. Ci siamo (si sono, ovviamente) scandalizzati quando qualche fanciulla di belle speranze è stata colta in “fallo” tra le braccia di qualche rampante belloccio;quando qualche foto di troppo è finita sulla scrivania del solito fotoreporter senza scrupoli;quando i soliti volti televisivi si sono letteralmente impossessati della nostra vita (sempre della loro, ovviamente). E quando scandali vissuti tra sesso, coca e “persone molto importanti” hanno iniziato a fare il giro delle redazioni.

Eccoli in azione i nuovi moralizzatori: crociate senza fine, estenuanti puntate dei più quotati salotti televisivi, interminabili discussioni su tutto quel “malaffare”: ore ed ore di televisione impegnata a spiegarci il perché di tutte quelle vicende;migliaia di pagine di quotidiani spese ad analizzare il fatto, a sbobinare le pruriginose intercettazioni. Tutto è permesso nell’Italia del “gossip che avanza”. Poi capita che la stampa regionale -quella calabrese, intendo- faccia da megafono ad inchieste giudiziarie nelle quali risultano coinvolte altisonanti nomi della politica, della magistratura, dell’avvocatura e della già pericolante economia di questa benedetta terra. E cosa capita? Nessuno sembra indignarsi più di tanto. Altro che veline scosciate e muscolosi “tronisti”, con un bel grazie a chi ha permesso l’ingresso di questo orribile termine nella nostra vita quotidiana: qui, in Calabria, non erano in ballo le foto di qualche vip italico tra le braccia della solita bellona in cerca di nazional-popolarità: nella terra degli Enotri è in ballo la credibilità stessa del sistema politico regionale, di parte della magistratura, di un’avvocature dalla quale, sinceramente, non mi vedo rappresentato e -come se non bastasse- della stessa Chiesa regionale, chiamata pesantemente in causa in un affare che fa letteralmente rabbrividire: avete mai visitato l’Istituto Papa Giovanni di Serra d’Aiello? Fatelo, vi aiuterebbe a maturare. Qualche diversa idea, soprattutto. E così, per anni, abbiamo continuato a portare acqua al personale mulino politico, salvo poi scoprire che questi voti, alla fine, non servivano altro che a rafforzare uno squallido trasversalismo partitico nel quale l’unico scopo era quello di dividersi la fetta di una torta senza fine, tanto la Calabria sarà sempre tenuta nell’ Obiettivo 1, figuriamoci se mancheranno mai i soldi. Noi, a farci il “popò” per cercare di eleggere il candidato di parte, loro a godersela: altro che arrovellamenti su nuova legge elettorale e correzioni proporzionali! Altro che studi in scienze politiche… Un caro consiglio a tutti lor signori: fateci sognare, emigrate per sempre dalla Calabria!
Eco di Basilicata anno VI° n. 15 - 01 agosto 2007-
Egidio Lorito Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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