“Cara mamma, ci siamo amati per cinquant’anni con una grandissima passione. E’ stata dura, molto sofferta, ma tra noi c’era qualcosa di speciale. Cercherò di non deludere le tue aspettative, che non erano poche, lo so. Non sarà facile”. Alain Elkann non è nuovo ad imprese scrittoree in cui i sentimenti vengono analizzati a tutto tondo: la sua penna elegante e dolce, rapida ed affascinante, le sue interviste, le sue conversazioni hanno il sapore di uno stile inconfondibile fatto di pacatezza nei modi, di eleganza linguistica, di tranquillità, quella stessa con cui mi ha accolto per una recente intervista.

Forse perché in grado di tradurre le emozioni più profonde, gli angoli più nascosti dei sentimenti umani con i quali si è spesso confrontato nella sua attività di scrittore e di giornalista, Elkann ha il merito di trasformare una tranquilla conversazione in qualcosa di più, grazie -soprattutto- ad un’innata disponibilità, a quella tranquilla predisposizione al dialogo, capace di mettere a proprio agio l’interlocutore e con esso i suoi lettori. Nato a New York -collaboratore de “La Stampa”, “Shalom”, “Eco mese”, Nuovi argomenti”, “Panta”, autore di numerose e premiate pubblicazioni, tra cui spiccano le conversazioni con il Cardinale Carlo Maria Martini, al tempo Arcivescovo di Milano o con l’allora Rabbino Capo Emerito di Roma Elio Toaff-  l’Elkann che ho incontrato compie -ora- un passo ulteriore, se possibile ancora più intenso, diretto questa volta non verso la sua platea di lettori, ma proprio verso sé stesso, verso una parte insostituibile della propria vita, della propria esistenza: con una commovente e coraggiosa scrittura che svela quanto di più personale uno scrittore -una persona…- possa fare, ci restituisce ora un diario personale, anzi personalissimo, visto che protagonisti sono lo stesso giornalista e scrittore di origini ebraiche e nazionalità franco-americana e sua madre Carla Ovazza. E qui, Elkann, gestendo la sua penna con semplicità disarmante nel raccontare l’esperienza dolorosa della morte della madre, riesce nell’intento di coinvolgere i lettori in un viaggio così personale, così privato, così familiare quasi da sorprenderlo, catturarlo senza possibilità di fuga, tanto intimo e raccolto è il diario appena dato alle stampe da Bompiani. Questo affettuoso racconto quotidiano nel quale è concentrato un intero ciclo di vita e morte, lascia senza fiato, sospeso com’è tra il 13 aprile 2000 -“Sto andando a Torino. Da dieci giorni mia madre è ricoverata all’Ospedale S. Giovanni, alle Molinette, da tre giorni è nel reparto di rianimazione. E’ sospesa tra la vita e la morte, con la mente lontana da noi”- ed il 26 giugno 2000 -“(…) C’erano molte persone di ogni genere: parenti amici, conoscenti, guardie, ex governanti, persone che hanno lavorato con mia madre e per mia madre (…) Tutti erano commossi e sereni nel parlare di quella donna piccola e tanto amata (…)”. Un bel regalo per i lettori che non avranno difficoltà ad immedesimarsi nei commoventi ricordi di Elkann nel suo “Nonna Carla”.    

 

L’Eco di Basilicata, Calabria, Campania  
anno X n. 6 - 01 aprile 2010                                                                                                                                                                                                                              Egidio Lorito

Torna su