Gruppo Albatros Il Filo, Roma 2010, € 20,00

“(…) L’argomento con cui Sangiuliano ha deciso di cimentarsi rappresenta uno dei più intriganti e interessanti dell’economia di oggi. I media e i new media, con tutta la componente innovativa di cui sono portatori, dalla banda larga alle forme tecnologicamente ancor più evolute di trasmissione della comunicazione, rappresentano una quota significativa, crescente, della new economy, sia in termini di fatturato ma soprattutto di rilevanza sociale (…)”.

Con la Prefazione di Attilio Celant, Ordinario di Geografia Economica e Preside della Facoltà di Economia dell’Università  “La Sapienza” di Roma, Giuliano Sangiuliano -Vicedirettore del TG1 Rai, titolare del corso di Comunicazione Finanziaria presso la stessa Facoltà di Economia e di Diritto dell’Unione Europea presso le Facoltà di Giurisprudenza e Lettere  della “Lumsa” di Roma-  ha dato alle stampe un interessantissimo saggio nel quale vengono analizzati i fenomeni economici, tecnologici, sociali, culturali e giuridici che stanno profondamente modificando la stessa struttura delle relazioni economiche. In “Economia della Comunicazione” l’autorevole ricercatore presenta la tesi secondo cui proprio “senza l’economia della comunicazione non sarebbe stato possibile creare quel mercato globale che, nel bene e non senza problematiche, costituisce una delle realtà più rilevanti del nuovo secolo”, proprio perché in questa prospettiva di avanzata predisposizione tecnologica, questa disciplina viene a presentarsi come “l’ambito, ricco di molteplici articolazioni e di dimensioni sempre più vaste, nel quale operano persone e organizzazioni che si avvalgono delle tecnologie atte a trasmettere segnali a distanza”.  E da un giurista che innesta il proprio bagaglio scientifico nel settore dell’informazione, non poteva non nascere un testo che affronta la materia da ogni sua sfaccettatura: tutti gli argomenti evidenziati rappresentano la perfetta sintesi del grado di sviluppo delle conoscenze giuridico-economiche nella società contemporanea, che sempre più si caratterizza per essere una vera e propria società della comunicazione e dell’informazione. Sbaglierebbe, comunque, il lettore se pensasse di trovarsi, con le pagine di Sangiuliano, innanzi ad una materia costruita tutta su tecnicismi giuridico-economici: non è un caso, infatti, che proprio il primo capitolo dell’opera parta dal concetto di “conoscenza” del quale, oltre ai prevedibili risvolti economici, si analizzano le immancabili interconnessioni prettamente “culturali”, nel senso di costante ricerca di nuove impostazioni e nuovi obiettivi che non isolino la persona, relegandola a mero manovratore, ma -al contrario- la pongano sempre al centro di ogni sforzo verso nuove scoperte. E’ questo, in fondo, il senso di teorie quali l’“investimento nella conoscenza” e l’“industria dell’idea” che ampia forza dirompente hanno portato nell’economia contemporanea. E il “caso-Skype”, che giustamente viene preso a modello, rappresenta solo la più recente e fortunata “scoperta” nel campo delle tecnologie delle telecomunicazioni, capace di utilizzare un semplice personal computer con accesso Internet a banda larga, una cuffia ed un microfono per …telefonare gratis in tutto il mondo!.
Gli stessi capitoli in cui è suddivisa l’opera (L’economia della conoscenza;I New media;Il digital divide;La new economy;L’e-government;La tutela della proprietà intellettuale nell’economia della comunicazione) l’ampio “Glossario”, la “Bibliografia” e la stessa “Webgrafia”, danno conto del carattere ampiamente innovativo con cui il testo di Sangiuliano si presenta ai lettori, siano essi i suoi studenti dei Corsi di Laurea, gli addetti ai lavori, i ricercatori di più discipline. Insomma, uno scenario effettivamente innovativo quello cui Sangiuliano tende e si rivolge, proprio perché “L’economia della comunicazione è la definizione all’interno della quale è possibile includere una serie di fenomeni economici, tecnologici, sociali, culturali e giuridici che stanno determinando nel mondo mutamenti di elevata entità quantitativa e qualitativa, tali da incidere profondamente sulla struttura planetaria delle relazioni economiche”. Ne discende, agevolmente, l’idea secondo cui l’economia della comunicazione “ (…) si configura, dunque, come un’attività consapevole, esercitata da individui o imprese che assumono, elaborano e diffondono informazioni capaci di influenzare e spesso diventare parte essenziale del fenomeno economico. Tutto ciò avviene partendo dal presupposto che, nella civiltà contemporanea, la conoscenza ha visto accrescersi la sua caratteristica di bene, merce atipica ma sempre più rilevante, che in quanto tale esprime un valore suscettibile di valutazione economica. Il valore dei beni è sostanziato dall’informazione stessa (…)”    
Il ragionamento seguito da Sangiuliano è, chiaramente, analizzato con rigore scientifico all’interno di una prospettiva fortemente tecnologica e tecnologizzata se è vero che “(…) il più importante studioso mondiale del mondo digitale, l’americano Nicolas Negroponte, del MIT di Boston, con la sua teoria sul Teleconsumo e sulla comunicazione globale di un Megabroadcasting prefigura scenari nel contempo affascinanti e inquietanti”. Ovvero che “l’economista e filosofo austriaco Friedrich A. von Hayek sosteneva che <<ogni cambiamento delle condizioni renderà necessario un qualche cambiamento nell’uso dei mezzi, nella direzione e nel tipo delle attività umane, nelle abitudini e nelle regole di vita. E ogni cambiamento nelle azioni di chi per primo ne risentirà renderà necessario un ulteriore adattamento che, via via, si estenderà a tutta la società>>(..)”           

Questa è la nuova economia della nuova comunicazione cui saremo tenuti a confrontarci da un futuro che non è più tale…    

Torna su