Persona e danno

Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (CZ) 2010,  pp. 86  € 8,00

Le sue pubblicazioni rappresentano, da un ventennio, uno scrigno di segreti per gli occhi ed il cuore: è riuscito, come pochissimi, a rappresentare al meglio l’immenso patrimonio paesaggistico della Calabria, regalando al numeroso pubblico di lettori vere e proprie immagini in diretta dalla natura di questa estrema penisola della già affascinante Penisola italiana.

Rizzoli, Milano 2010, pagg. 223, € 18,00

Pierluigi Battista è un fine intellettuale, anzi un intellettuale di razza come pochi ve ne sono in giro. E lo dico da perfetto sconosciuto -nel senso, cioè, di non conoscerlo ancora di persona- per cui il mio “giudizio” -la mia recensione- si ferma al dato puramente fattuale. Mi hanno sempre colpito, insieme ad un pacato “modus operandi”, le sue qualità di profondo conoscitore di tutto ciò che affronta, di ciò su cui è chiamato a ragionare: lo abbia fatto -e continui a farlo- sulle pagine del “Corriere della Sera”, di cui è stato anche vicedirettore dal 2004 al 2009 con la cura delle pagine culturali;lo abbia fatto sugli schermi della televisione di Stato, nel corso di un riuscito programma di approfondimento come “Batti e ribatti”, andato in onda sulla rete ammiraglia della Rai nel 2004 o nel corso delle tre recenti edizioni della trasmissione “Altra storia”, in onda su La7.

Mursia, Milano 2009, pagg. 218, € 19,00

“Con il termine strategia della tensione, utilizzato per la prima volta dopo l’attentato di Piazza Fontana, ci si riferisce a una teoria interpretativa che analizza l’insieme delle stragi e degli attentati terroristici italiani avvenuti nel secondo dopoguerra e, con particolare intensità, tra il 1969 e il 1984 e, in misura minore, anche successivamente. Il movente principale di questa particolare strategia è ravvisato nella destabilizzazione della situazione politica italiana.

Rcs Libri,Milano 2010, pagg. 132, € 14,00

“Cara mamma, ci siamo amati per cinquant’anni con una grandissima passione. E’ stata dura, molto sofferta, ma tra noi c’era qualcosa di speciale. Cercherò di non deludere le tue aspettative, che non erano poche, lo so. Non sarà facile”. Alain Elkann ci ha abituato ad una penna sciolta e dolce, rapida ed affascinante; le sue interviste, le sue conversazioni hanno il sapore di uno stile inconfondibile fatto di pacatezza nei modi, di eleganza linguistica, di tranquillità accomodante. In questo la sua facilità di rendere visibili -nero su bianco- anche le emozioni più profonde, i segreti più nascosti dei sentimenti umani con i quali si è spesso confrontato nella sua attività di scrittore e di giornalista.

Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2009, pp. 101, €12.00

“Lo Stato a pendolo oscilla tra la sua presenza e la sua assenza dal mercato. Nel Novecento ci sono stati gli assertori della sua assenza e gli assertori della sua presenza. La politica, che dovrebbe guidare le oscillazioni del pendolo, ha esagerato in un senso e nell’altro. Oggi tutto ciò non è più possibile. Se la politica vuol far sopravvivere il mercato e occuparsi di coloro che quest’ultimo lascia ai margini, non può teorizzarne né solo la presenza, né solo l’assenza, ma deve oscillare a seconda delle situazioni, avendo come faro orientatore non la propria sopravvivenza, ma quella del mercato che, tra l’altro, le dà risorse necessarie per occuparsi dei più deboli. In certi casi, dunque, deve essere presente, è il caso della ricapitalizzazione delle banche; in certi altri deve oscillare verso l’assenza, è il caso dell’intervento diretto nell’economia, aiutando aziende che rappresentano solo un costo per la comunità”.

Vallecchi, Firenze 2009, pp. 475, €19.00

Quattrocentocinquantacinque pagine fitte fitte; decine di documenti che coprono almeno l’ultimo trentennio di una storia che è parte della Storia d’Italia; una bibliografia composta da decine di testi, libri, inchieste, pubblicazioni di ogni sorta che vanno a sondare anche negli ambiti più reconditi della vita privata dei protagonisti della vicenda. Sono questi alcuni numeri che fanno del saggio di Gigi Moncalvo un vero e proprio libro-inchiesta, che risale fino alle origini della dinastia Agnelli per arrivare ad una data simbolo, il 28 maggio del 2007, quando Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato, deposita presso il Tribunale di Torino una corposa citazione a giudizio nei confronti degli avvocati Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens nonché contro il Signor Siegfried Maron che la figlia dell’indimenticato Gianni riteneva custodi e gestori dei beni del padre nonché responsabili di averle occultato parte del patrimonio dell’illustre padre.

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