Mondadori, Milano 2013, (published by arrangement with Delia Agenzia Letteraria)

“Supponiamo che un giorno vi facciate una passeggiata a Napoli, in Via San Gregorio Armeno;ebbene quel giorno anche voi finireste con pensare che Gesù è nato da queste parti. Basterà l’atmosfera del luogo a suggerirvi che qui ha avuto origine il presepe e il culto  della Natività. Dite quello che volete, ma Gesù è nato a Betlemme una sola volta, e a Napoli tutte le altre”.

Immancabile la sua firma in questo Natale 2013: si, proprio Luciano De Crescenzo, ingegnere, sceneggiatore, attore, regista  e, ovviamente, scrittore. Ruolo che “ricopre” con assoluta maestria dal 1977, anno del suo esordio con quel “Così parlò Bellavista”, successo editoriale, culturale, sociale rimasto nell’immaginario collettivo come pietra miliare per un genere mai passato di moda. Da quell’anno, venticinque pubblicazioni, venticinque diverse angolature del genere umano: dalla filosofia declinata in tutte le epoche e sotto tutte le latitudini, sino a spaccati di vita napoletana, lui che di questa città rimane una delle icone di assoluto pregio e vanto. Un nuovo capitolo, ora, e De Crescenzo ci regala un’altra perla del suo sconfinato universo, andando proprio alle origini della cristianità con il presepe come elemento religioso, come storica trasposizione culturale, come luogo geo-sociale e -perché no- geo-politico. Da Virgilio ad Eduardo, dalla tradizione storica a quella più spiccatamente napoletana, Luciano De Crescenzo ricostruisce in 112 pagine, con l’ironia ed il disincanto che lo hanno reso celebre, le origini del presepe come luogo dello spirito, come luogo terraneo, mettendo le une accanto alle altre, le figure storiche di questo micro-universo. Una storia fatta di uomini, gli stessi che nella forma di uomini-pastori, come in un basso napoletano, alla fine arriveranno a discutere, a litigare, a spettegolare. Storie di uomini, dunque. Tutte nate e  vissute sotto quel “disegno di Dio” che per De Crescenzo rende perfettamente l’idea di “un Buon Pastore”. “(…) “Ma a te te piace ‘o presepe?”(…)”. Per noi il presepe è e resterà quel famoso scambio di battute fra Luca Cupiello e Tummasino, detto Nennillo, padre e figlio in quel Natale in casa Cupiello, di Eduardo De Filippo. Icona dei nostri tempi! “Vorrei che leggendo questo libro -ha dichiarato De Crescenzo- i pastori del presepe diventassero come dei vostri parenti, degli zii o dei cugini, dei personaggi di famiglia a cui si vuole bene”. E’ il messaggio-regalo di De Crescenzo. Soprattutto a Natale…

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