Spero di riuscirci. Dovrei citare Cicerone e Jacques Derrida, Aristotele e Michel Foucalt, Sant’Agostino ed Erich Fromm, Montaigne e Dino Buzzati, La Boétie e Kant. Invece preferisco abbracciare quanti stanno seguendo questa rubrica quindicinale e dire loro semplicemente… grazie! Ci sarà pure un motivo se in tanti hanno manifestato affetto e cordialità, vicinanza e pura gratitudine ai pensieri che con molta modestia ho messo nero su bianco in appena quattro puntate di questa bella rubrica: ci sarà pure un motivo se tanti sono andati anche oltre, scrivendomi via e-mail commenti e riflessioni o notificandomi splendidi sms.

Ci sarà pure un motivo se qualcuno si è spinto anche ad inchiodarmi ore al telefono perché “sinceramente colpita dalla passione con cui affronti gli argomenti”. Il successo di un prodotto editoriale lo si coglie dal numero di copie vendute in edicola ma anche dall’affetto con cui i lettori iniziano poi a seguirti, ancor meglio se il cartaceo si trasforma in una parallela confezione on-line: e si, perché a leggermi non sono solo i lettori locali, ma anche i tanti che si sono avvicinati a questa rubrica semplicemente utilizzando quella mirabile macchina comunicativa rappresentata da Internet. E così “Quanti amori” è magicamente finita a Torino e Milano, a Roma ed a Napoli, a Salerno e Cosenza -oltre che a Praia, Scalea, Maratea e Lauria, naturalmente- e nei tanti centri dove il tam-tam telematico ha creato una vera catena umana di lettori attenti ed appassionati. Sinceramente non mi attendevo questo successo: so bene -e l’ho scritto di recente- di possedere una certa propensione per i rapporti umani: so ancora meglio di poter contare su una schiera affettuosa di amici ed amiche che orgogliosamente vanto nell’area del nostro Golfo, ma che poi “Quanti amori” diventasse anche una piazza telematica, sinceramente proprio non me l’aspettavo. E così semplici conoscenze nate non più tardi della scorsa estate, oggi sono profonde frequentazioni e le amicizie nutrite attivamente negli ultimi nove anni, oggi sono un monumento eretto in nome della fedeltà personale contro ogni forma di invidia, pressappochismo, scaltrezza, opportunismo e -perché no- cattiveria. Sarà deformazione professionale, ma dico quello che penso e lo scrivo pure: e non sarei stato tranquillo con me stesso se non avessi ringraziato da subito i miei lettori anche per il fatto di stimolare continuamente la riflessione, il dialogo, il dibattito. A loro sto dedicando il mio prossimo saggio sull’amicizia, praticamente scritto in presa diretta a più mani. I nomi? Alla prossima puntata…
Anno V° - n. 8 -15 aprile 2006
Egidio Lorito Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.