E’ una di quelle passioni -di quegli amori, tanto per rimanere al titolo della mia rubrica- che ho forzatamente attenuato nel corso degli ultimi anni. Forzatamente non nel senso di esservi stato costretto, ma nel senso di essermene volontariamente allontanato, vista una certa impraticabilità di campo. Eppure ho iniziato giovanissimo ad occuparmi di questa “materia”, iniziando molto lontano dalla realtà in cui oggi opero, anche con gli immancabili approfondimenti accademici perché, piaccia o meno, la politica è pur sempre una scienza cui conviene avvicinarsi con un bel bagaglio culturale e tecnico.

A qualcuno -ai soliti traffichini della politica- questo mio commento non piacerà affatto, sarà snobbato e bollato come il solito intervento intellettuale del solito giovane rompiscatole: almeno vado fiero del coraggio intellettuale che mi permette di dire sempre ciò che penso e di scriverlo pure. Ragioniamo con ordine: da alcuni anni a questa parte, grazie al bell’esempio di scenari nazionali costellati sempre più da personaggi ambigui, poco affidabili che pur di sopravvivere a sé stessi sarebbero pronti a fare di tutto -come effettivamente fanno- le realtà politico-amministrative locali si affollano a dismisura di personaggi pronti a calarsi nell’agone politico per monopolizzare la scena, offrendo uno spettacolo degno del miglio teatrino tragicomico. Li vedi puntare come avvoltoi alla ricerca del consenso popolare, come se noi cittadini continuassimo ad impersonare i “polli” da spellare e loro fossero i soli detentori del sapere politologico. Avessimo a che fare con calibri quali Robert Dahl, Giovanni Sartori ed altre fini menti della materia, allora alzerei le mani per applaudire. Capita invece di doversi confrontare, soprattutto alle nostre latitudini, con una bella messe di “nani e ballerine” -terminologia, questa, che da tempo mi vede impegnato in approfondimenti accademico-giudiziari- ovvero con un bel gruppetto di amministratori e politicanti i quali, solo perché eletti (chissà come) ed essere passati ad occupare, con tanto di lauti stipendi mensili, qualche comoda poltrone nei nostri Municipi, iniziano a manifestare tutta la propria mania di grandezza, mai disgiunta dalla fisiologica realtà di pochezza che li caratterizza. Per non parlare della coerenza: non vado nemmeno a disturbare Sir Winston Churcill che sull’argomento scrisse pagine sempre attuali, ma possibile che questi personaggi non sappiano rimanere ancorati ad una “parte” e siano quasi obbligati a “voltare la gabbana”. E per cosa mai? Quanta forza cinetica, beati loro! Ah, dimenticavo di avere a che fare con “nani e ballerine”!
Eco di Basilicata anno VI° n. 09 - 01 maggio 2007
Egidio Lorito Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.